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Ezequiel Lavezzi
Inserito nelle giovanili del Boca Juniors, Lavezzi abbandona da adolescente il calcio dopo dei dissidi con il Club, società che ne detiene il cartellino, e segue il fratello lavorando come elettricista.
"Pocho " Tuttavia, arriva in prova alla Fermana del presidente Battaglioni, ma non venne ingaggiato per problemi burocratici legati al suo passaporto da extracomunitario.[1] Riprende così a giocare nell'Estudiantes di Buenos Aires in Terza Divisione, segnando diciassette gol in trentanove presenze nel 2004. San Lorenzo e parentesi genoana [modifica]Al termine del campionato, viene ingaggiato dal Genoa, impegnato in Serie B, che decide di lasciarlo per un anno in prestito al San Lorenzo, dove peraltro realizza nove gol in ventinove presenze. Nell'estate del 2005 il Genoa lo richiama in vista della stagione da disputare nella Serie A appena riconquistata. In maglia rossoblu fa il suo esordio, da titolare con maglia numero dieci, il 23 luglio 2005 nella vittoriosa amichevole contro il Val Stubai. Successivamente gioca altre due gare (contro Olympiakos e Carrarese) prima però che un un illecito sportivo releghi il club ligure in Serie C1, così Lavezzi, dopo solo un mese in maglia rossoblu, fa ritorno in Argentina dove il San Lorenzo acquista definitivamente il suo cartellino. Con la maglia del club del quartiere di Buenos Aires continua ad offrire prestazioni di alto livello e conquista il Campionato di calcio argentino di Clausura del 2007 e guida il San Lorenzo fino ai quarti di finale della Coppa Sudamericana proponendosi come assoluto protagonista. In questi due anni con il San Lorenzo Lavezzi realizza sedici gol in cinquantacinque presenze. Napoli [modifica]Il 5 luglio 2007 passa al Napoli firmando un contratto di cinque anni[2]. Il 18 agosto 2007, alla sua seconda partita ufficiale italiana con la maglia del Napoli, realizza una tripletta durante una partita di Coppa Italia contro il Pisa,[3] la prima tripletta realizzata da un giocatore del Napoli dopo quattordici anni.[4] In campionato la sua prima rete arriva alla seconda giornata nella vittoriosa trasferta di Udine,[5] mentre la prima in campionato al San Paolo arriva contro la Reggina il 4 novembre. Conclude la sua prima stagione in Serie A con 8 gol in 35 partite, contribuendo in maniera decisiva alla qualificazione del Napoli verso la Coppa Intertoto. Segna la sua prima rete europea il 28 agosto 2008 contro gli albanesi del KS Vllaznia. Il 23 novembre 2008, nel match casalingo contro il Cagliari, realizza il suo primo gol su punizione con la maglia del Napoli. Nazionale [modifica]Nazionale Under 20 [modifica]Esordisce nell'Under 20 della Nazionale Argentina nel 2004. In totale riesce a realizzare un gol in sette partite disputate. Nazionale Olimpica [modifica]Con la Nazionale Olimpica, il 6 febbraio 2008, segna il suo primo gol al Guatemala in un'amichevole di preparazione ai Giochi Olimpici di Pechino, e si ripete il 24 maggio 2008 al Camp Nou di Barcellona, dove la Nazionale Olimpica argentina si impone su una selezione catalana. Realizza complessivamente 6 reti in 10 partite. A luglio 2008 viene convocato nella Nazionale olimpica argentina che partecipa alle Olimpiadi di Pechino 2008. Nelle tre amichevoli di preparazione ai giochi olimpici, Lavezzi realizza due gol, uno ad una rappresentativa cinese ed un altro ad una giapponese, in tre partite. Dopo un discreto esordio contro la Costa d'Avorio, Lavezzi segna la rete decisiva contro l'Australia nella seconda partita del girone eliminatorio, che vale il passaggio del turno. Nella terza ed ultima gara del girone, Lavezzi va ancora in gol, stavolta su rigore, contro la Serbia. Resta a secco, invece, nei quarti di finale contro l'Olanda, dove entra nel primo tempo supplementare. Nella finale, che vede l'Argentina imporsi per 1-0, subentra nei minuti finali e diventa - insieme a Nicolás Navarro, che però non scende mai in campo - il secondo campione nella storia del Napoli. Nazionale maggiore [modifica]Il 18 aprile 2007 esordisce in Nazionale entrando nella ripresa nell'amichevole contro il Cile; non viene però convocato per la Coppa America 2007 dal ct Basile. Parte poi titolare contro la Norvegia in un'altra gara amichevole giocata il 22 agosto 2007. Ritorna in Nazionale maggiore sotto la guida del nuovo CT Diego Armando Maradona, che lo convoca per l'amichevole di Glasgow contro la Scozia del 19 novembre 2008, nella quale scende in campo dal primo minuto. Francesco Totti
"Er Pupone" Francesco Totti ha ricoperto per gran parte della sua carriera il ruolo di trequartista e quello di seconda punta, ma da alcuni anni viene prevalentemente impiegato nel ruolo di prima punta. Pur essendo finalizzatore, funge da assist-man e da creatore di gioco, il suo ruolo dunque si identifica in maniera più appropriata con quello del centravanti di manovra.[4] Durante il biennio con Zeman, nel 1997 e 1998, Totti ha un notevole miglioramento atletico; infatti decide di eseguire un potenziamento muscolare per adattarsi ai ritmi del calcio moderno, guadagnando in forza fisica e potenza di calcio, a scapito dell'agilità.[5] Dotato di grande tecnica, è considerato uno dei migliori talenti calcistici italiani degli ultimi anni. Possiede inoltre una notevole visione di gioco, un'estrema precisione nei passaggi e un tiro fulmineo, potente e preciso con entrambi i piedi, caratteristiche che lo rendono il punto fermo della Roma da oltre quindici anni.[6][7] Biografia [modifica]Infanzia [modifica]Francesco è nato il 27 settembre 1976 a Roma nel quartiere Appio Latino, nei pressi di Porta Metronia (da qui il soprannome "Er Pupone de Porta Metronia"). I suoi lo iscrissero alla Scuola Calcio della Fortitudo, squadra del quartiere San Giovanni dove la famiglia Totti vive; successivamente passa alla Smith Trastevere dove disputa il suo primo campionato esordienti passando poi, nel 1986, nelle giovanili della Lodigiani. Totti, richiesto da Roma e Lazio, sceglie la prima spinto anche dalla madre ed entra, nel 1989 a soli 13 anni, nelle giovanili della squadra. La sua squadra: la Roma [modifica]Nel 1993, Francesco conquista il suo primo successo: lo scudetto Allievi. Con Luciano Spinosi, in Primavera, vince una coppa Italia. Dopo tre anni di settore giovanile alla Roma, nella stagione 1992-93 Totti entra nel giro della prima squadra grazie a Vujadin Boskov, che lo fa esordire in Serie A a 16 anni, il 28 marzo 1993 nei minuti finali della partita Brescia-Roma (0-2). L'allenatore Carlo Mazzone si rivela quasi un secondo padre per Totti, in special modo durante il passaggio dalla Primavera alla prima squadra. Mazzone, come si fa con i figli precoci, cerca di proteggerlo dalle curiosità, dalle attenzioni, dalla fama: "So io come farlo crescere", diceva. Totti diventa titolare della Roma [modifica]Il debutto da titolare avviene il 16 dicembre 1993 in Coppa Italia, partita in cui la Roma vince ma viene eliminata dalla Sampdoria ai calci di rigore. L'esordio da titolare in campionato avviene invece il 27 febbraio 1994 di nuovo contro la Sampdoria. Nella stagione 1994-1995 Totti segna il suo primo gol in Serie A (4 settembre 1994) nella partita contro il Foggia e nonostante la concorrenza di Balbo e Fonseca, colleziona 21 presenze con la maglia giallorossa, segnando un totale di 4 gol. A partire dalla stagione seguente, Francesco Totti diviene titolare inamovibile della squadra giallorossa. Carlos Bianchi e il Torneo Città di Roma [modifica]Nel 1996 arriva il nuovo allenatore, Carlos Bianchi, e per Totti, a causa del pessimo rapporto instauratosi con il nuovo tecnico, inizia un periodo difficile, tanto che si ventila una sua possibile cessione alla Sampdoria o all' Ajax in un possibile scambio con il fantasista Jari Litmanen, voluto fortemente dall'allenatore argentino, ma è lo stesso presidente Franco Sensi a non voler cedere il giocatore che ritiene il futuro della Roma. All'Olimpico, in seguito, si gioca il Torneo Città di Roma, contro l'Ajax. Francesco segna un gol e stravince il confronto con Litmanen. Il successo nel torneo cambia improvvisamente lo scenario: Bianchi mette il presidente difronte ad una scelta: o lui o il giovane Francesco. Sensi sceglie Totti e, anche in seguito agli scarsi risultati ottenuti dalla squadra, esonera l'allenatore Bianchi. L'era Zeman [modifica]Stagione nuova, vita nuova nel 1997. Si chiude la parentesi Bianchi e arriva il nuovo allenatore Zeman: Totti fa il salto di qualità: lo schema offensivo 4-3-3 del tecnico boemo ne esalta le caratteristiche tecniche e fisiche, tanto che Totti diventa il vero leader e l'uomo simbolo della squadra, titolare fisso con il numero dieci che non abbandonerà mai più. Il rapporto tra Francesco e l'allenatore appare subito ottimo, come dimostra il buon campionato disputato, concluso a quota tredici reti. Zdenek Zeman è artefice anche del grande lavoro fisico effettuato da Totti. Figlio di un ingegnere civile, Bosco Izecson Pereira Leite, e di un'insegnante di matematica, Simone Cristina dos Santos Leite, Kaká ha iniziato a giocare nel settore giovanile del San Paolo. Al San Paolo lo hanno fatto allenare per irrobosturne il fisico che, gracile come era inizialmente, avrebbe potuto condizionare negativamente il giocatore e non fargli esprimere tutto il suo talento.[10] Nell'ottobre 2000 è stato vittima di un incidente che ha rischiato di troncare bruscamente la sua carriera: ha sbattuto violentemente la testa sul fondo di una piscina e l'urto ha causato la frattura della sesta vertebra; solo per una circostanza fortunata ha scampato la paralisi. Kaká crede fermamente di essere stato graziato da Dio e per questo è nata la sua esultanza con le braccia tese al cielo e gli occhi rivolti verso l'alto.[20] Ha Debuttato in prima squadra il 12 gennaio 2001, a 18 anni. Il 7 marzo, in San Paolo-Botafogo 2-1, finale del Torneo Rio-San Paolo, ha segnato una doppietta. Nel 2001 ha giocato il suo primo campionato nazionale, totalizzando 27 partite e 12 gol. Nell'anno successivo ha disputato un altro torneo Rio-San Paolo (7 reti e sconfitta in finale) e il campionato nazionale (22 partite, 9 gol). Nel 2003 ha disputato il Campionato Paulista (10 presenze e 5 reti) e ha collezionato 10 partite e 2 gol nel campionato nazionale. In tutto con il San Paolo ha giocato 146 partite e segnato 58 gol. Milan [modifica]Nell'estate 2003 è stato acquistato dal Milan per 8,5 milioni di euro su segnalazione di Leonardo. Pochi giorni dopo i rossoneri hanno vinto la Supercoppa europea. Ha Esordito in Serie A nella stagione 2003-2004 con la maglia numero 22, nella partita Ancona-Milan 0-2 del 1º settembre 2003. L'esordio nelle Coppe europee è avvenuto, invece, il 16 settembre, nella partita di Champions League contro l'Ajax a San Siro. Il 5 ottobre 2003 ha segnato nel derby il suo primo gol in maglia rossonera, siglando la rete del 2-0. Nel suo primo anno in Italia si è rivelato l'asso nella manica della compagine rossonera, segnando 10 reti in campionato e contribuendo alla vittoria dello scudetto, e 4 in Champions League, dove il Milan è uscito ai quarti di finale contro il Deportivo La Coruña. Nella stagione seguente, dopo la vittoria in agosto della Supercoppa Italiana, ha messo a segno 7 reti in campionato e 2 in Champions League, realizzando uno dei cinque rigori calciati dal Milan nella finale di Istanbul persa contro il Liverpool. Nella stagione 2005-2006 si è confermato uno dei talenti più limpidi del calcio mondiale. In occasione della partita di esordio dei rossoneri in Champions League, Milan-Fenerbahçe 3-1 del 13 settembre 2005, ha realizzato un gol pregevole, segnato dopo aver vinto un contrasto e superato in velocità tre avversari prima di infilare il portiere con un rasoterra da distanza ravvicinata. Nella stagione 2006-2007 Kaká ha continuato a rendersi autore di prestazioni positive. Il 2 novembre ha realizzato la sua seconda tripletta in maglia rossonera (dopo quella al Chievo dell'anno precedente e prima in Champions League), nella vittoria per 4-1 contro l'Anderlecht. Pregevole è stata soprattutto la terza rete, con un tiro scoccato da circa 25 metri a girare sotto l'incrocio. Nelle ultime due partite dell'anno ha realizzato una doppietta nel 3-0 del Milan contro il Catania a San Siro e un gol su rigore nel 3-0 dei rossoneri sul campo dell'Udinese. In Champions League ha continuato a segnare gol importanti: dopo aver contribuito in maniera decisiva alla qualificazione del Milan ai quarti di finale, realizzando nei tempi supplementari il gol del definitivo 1-0 contro il Celtic, si è riprtuto trasformando un calcio di rigore nei quarti di finale di andata contro il Bayern Monaco (2-2 il risultato finale). Nella semifinale di andata contro il Manchester United all'Old Trafford ha segnato una doppietta e si è ripetuto nella gara di ritorno, realizzando il primo gol nel 3-0 dei rossoneri. Il 23 maggio 2007, vincendo la finale di Atene contro il Liverpool, ha conquistato la sua prima Champions League. Pur non essendo stata per lui la prestazione migliore del torneo, è stato Kaká a guadagnare la punizione battuta da Andrea Pirlo sulla quale Filippo Inzaghi ha segnato il gol dell'1-0, ed è stato ancora lui a fornire allo stesso Inzaghi l'assist per il provvisorio 2-0. Alla fine del torneo è risultato capocannoniere della Champions League 2006-2007 con 10 gol. Il 31 agosto 2007 ha vinto la sua seconda Supercoppa europea, questa volta da titolare, ribadendo in rete di testa il rigore parato da Palop e che lui stesso si era procurato: è stato il gol del definitivo 3-1 contro il Siviglia, dedicato ad Antonio Puerta, giocatore della squadra andalusa scomparso pochi giorni prima. Nell'esordio in campionato al Ferraris di Genova contro il Genoa, Kaká ha realizzato una doppietta siglando la seconda e terza rete, quest'ultima su rigore, del 3-0 finale. Il 2 dicembre 2007 gli è stato consegnato, a Parigi, il Pallone d'oro 2007, vinto con 444 voti precedendo Cristiano Ronaldo (277) e Lionel Messi (255). Il 16 dicembre 2007 ha vinto con il Milan la Coppa del Mondo per club, battendo il Boca Juniors per 4-2 in finale, dove Kaká ha siglato la rete del parziale 3-1. Il brasiliano è stato anche eletto miglior giocatore del torneo. Il giorno seguente ha ritirato a Zurigo il FIFA World Player, vinto con 1.047 preferenze precedendo Messi (504) e Cristiano Ronaldo (126). Il 28 febbraio 2008 Kaká ha rinnovato il suo contratto con la società rossonera fino al 30 giugno 2013.[21] Il 20 aprile 2008 ha segnato la sua seconda tripletta in campionato, terza con il Milan, contribuento al 5-1 finale contro la Reggina, realizzando due rigori e un gol con un tiro di piatto all'interno dell'area da posizione decentrata. Il 4 maggio 2008, segnado la seconda rete rossonera nel derby contro l'Inter, ha realizzato il suo 15° gol nel campionato di Serie A, record personale, e il 19° stagionale, eguagliando il proprio primato di marcature ottenuto nella stagione 2005-2006. Al termine della stagione, il 23 maggio 2008, si è operato al menisco del ginocchio sinistro per risolvere un problema che lo aveva costretto a saltare alcune gare con i rossoneri.[22] Nel gennaio 2009 il Manchester City ha avanzato un'offerta tra i 100 e 120 milioni di euro per l'acquisto del brasiliano, che è stata presa in considerazione dalla società rossonera,[23][24] fatto che ha suscitato la proteste dei tifosi milanisti.[25][26] Il 19 gennaio 2009, però, quando il passaggio di Kaká ai Citizens sembrava già definito,[27] il giocatore ha rifiutato l'offerta per rimanere in rossonero.[26][28] Nazionale [modifica]
Kaká in allenamento con il Brasile prima dei Mondiali di Germania 2006.
Kaká ha esordito con la Nazionale brasiliana il 31 gennaio 2002 in Brasile-Bolivia 6-0. In maglia verdeoro ha disputato 57 partite e segnato 20 reti.[5] A queste se ne aggiungono 10 con 7 gol nell'Under-23, con cui ha raggiunto la finale della Gold Cup 2003,[29] e 5 partite con una rete nel Mondiale Under-20 del 2001. Ha vinto i Mondiali 2002, giocando solo uno spezzone di Costa Rica-Brasile 2-5, ultima partita della fase a gironi. Nella prima partita del Brasile ai Mondiali 2006 Kaká ha segnato un gol con un pregevole tiro dalla distanza, rete che ha permesso ai brasiliani di battere la Croazia. Il Brasile è stato eliminato ai quarti di finale dalla Francia. Dopo il Mondiale, il 3 settembre 2006, si è esibito in una giocata di alto tasso tecnico. Nell'amichevole Argentina-Brasile, partita in cui è stato autore di due assist, ha segnato uno dei gol più belli della propria carriera. Rubata palla a Messi, è partito palla al piede in prossimità del cerchio di centrocampo, si è involato verso l'area argentina, vanamente inseguito dallo stesso Messi, e ha infine depositato il pallone in rete con un preciso rasoterra dopo aver dribblato Gabriel Milito. Nel giugno 2007 ha inviato una lettera alla Federcalcio brasiliana chiedendo di non essere convocato dal CT Dunga per la Coppa America 2007 svoltasi in Venezuela. Ha giustificato questa richiesta con la necessità di prendere un periodo di riposo, giacché nelle ultime tre stagioni è stato costantemente impegnato con la Nazionale e il Milan. Il 17 ottobre 2007, dopo sette anni di assenza, il Brasile è ritornato a giocare al Maracanã, dove ha battuto per 5-0 l'Ecuador con Kaká autore di una doppietta. Il 15 ottobre 2008, prima della partita di qualificazione ai Mondiali 2010 Brasile-Colombia, Kaká ha lasciato il calco dei suoi piedi nella Hall of Fame del Maracanã.[30][31] Diego Armando Maradona " El Pibe"Diego Armando Maradona è stato il più grande calciatore di tutti i tempi! |
« Da piccolo tifavo per l'Inter. [...] Sono arrivato in una squadra molto forte, il mio futuro è qua. [...] Sono stato molto professionale, ho rispettato il mio contratto ma alla fine si è presentata questa occasione e siamo rimasti tutti contenti, io, l'Inter e anche la Juve. Questo è il calcio, dovevo pensare al mio futuro e il mio futuro è qui. Mi dispiace per i tifosi juventini, ma la vita continua. » |
Dopo aver vinto la Supercoppa italiana con l'Inter, è uno dei protagonisti della stagione 2006-2007, conclusasi con la vittoria dello scudetto con cinque giornate di anticipo rispetto alla fine del campionato. Segna al debutto contro la Fiorentina allo Stadio Artemio Franchi. Titolare del reparto avanzato di Roberto Mancini, continua ad andare in gol con una certa regolarità nell'arco dell'annata e risulta decisivo per le due vittorie stagionali dell'Inter nel Derby di Milano. In totale colleziona 27 presenze, 15 gol e 8 assist. Appena conquistato lo scudetto, nell'aprile 2007, si fa operare a Rotterdam per un'infiammazione all'adduttore destro.[36]Viene inoltre incluso nella squadra ideale del 2007 dal UEFA,tramite un sondaggio indetto sul sito uefa.com.[37].
Anche nella stagione successiva si conferma punto di forza dei nerazzurri. Oltre a segnare con regolarità in campionato, si sblocca e realizza il primo gol in UEFA Champions League con i colori neroazzurri nella partita col PSV Eindhoven, contro cui è autore di una doppietta. Dopo un'assenza di un mese e mezzo (dal 29 marzo), torna a giocare nel secondo tempo della gara dell'ultima giornata di campionato con il Parma, contro cui realizza i due gol decisivi per la vittoria del sedicesimo scudetto interista. La stagione 2007/2008, per lui, si conclude con 26 presenze, 17 gol (di cui 8 su rigore) e 9 assist in campionato, e 7 presenze, 5 gol (di cui 1 su rigore) e 3 assist in Champions League. Con l'Inter ha vinto 2 scudetti e 2 Supercoppe italiane. Nel 2008 lo svedese ha dichiarato di voler diventare capitano dell'Inter dopo Javier Zanetti, l'attuale.[38]
Nella prima parte della stagione 2008-2009 si afferma come centravanti titolare dell'Inter di Mourinho, realizzando 14 gol e 5 assist in 24 presenze in campionato,1 goal e 2 assist in 6 presenze in champions league e 2 goal in 2 presenze in Coppa Italia. Il 19 gennaio 2009 riceve l'Oscar del calcio AIC come miglior giocatore e miglior straniero del campionato di Serie A 2007-2008 e anche il premio per il miglior gol dell'anno 2008. Viene inoltre inserito dai giornalisti de L'Équipe nella squadra ideale del 2008.[39].
Esordisce con la Nazionale svedese nel gennaio 2001 contro le isole Fær Øer e a 20 anni viene convocato per la fase finale della Coppa del Mondo 2002.
Si guadagna un posto da titolare accanto a Henrik Larsson in vista del Campionato europeo 2004, dando un fondamentale apporto alla qualificazione della Svezia ai quarti di finale con un gol alla Bulgaria e uno, di tacco, all'Italia. Nei quarti di finale sbaglia uno dei calci di rigore che condannano la Svezia all'eliminazione in favore dell'Olanda.
Più negativo per lui risulta il Mondiale di Germania 2006, dove è stato appannato e inconcludente. La Svezia verrà eliminata dalla Germania agli ottavi, dove Zlatan esce acciaccato prima del termine. Il Mondiale si chiuderà per lui senza gol.
Il suo rapporto con la Nazionale si incrina negli ultimi mesi del 2006. In ottobre, dopo essere stato allontanato dal ritiro dal commissario tecnico Lars Lagerbäck a causa di una "evasione" notturna assieme ad altri due giocatori per festeggiare il compleanno del compagno Mellberg[40], decide di rinunciare temporaneamente alle convocazioni. Fa ritorno in rosa solo a fine marzo 2007, per la partita contro l'Irlanda del Nord a Belfast valida per le qualificazioni al Campionato europeo 2008. Nelle successive dodici partite di qualificazione agli Europei non riesce a segnare. Tornerà al gol con la maglia della Nazionale soltanto il 10 giugno 2008 in Svezia-Grecia 2-0, primo turno del gruppo D. Il suo ultimo gol con la Svezia risaliva all'ottobre 2005. Nella successiva partita andrà nuovamente a rete nell'1-2 contro la Spagna.
Mauro Zarate
Zárate è nato a Haedo, piccola cittadina nella provincia di Buenos Aires, quintogenito di una famiglia piuttosto agiata, nella quale il calcio veniva considerato una professione.[5] Suo nonno, Juvenal, era cileno e giocava anche lui a calcio.[6] Il padre di Zárate, Sergio, giocò nell'Indipendiente dell'Avellaneda e sposò Catalina Riga (di origini italiane precisamente Catanzarese) con la quale mise su famiglia.[6] Tra i cinque figli della coppia quattro hanno praticato il calcio: Sergio, Ariel, Rolando, e appunto Mauro.[6] Mauro Zárate ha incominciato la carriera nelle giovanili del Vèlez, ma ritenuto troppo forte per la categoria fu convocato più volte in prima squadra già a 17 anni.[4] Zárate debutta nel Vélez Sársfield nel 2004, a 18 anni. Nel Torneo di Apertura 2006 inizia a essere schierato titolare, visto il trasferimento di suo fratello Rolando Zárate ai Tigres UANL, squadra messicana. In questo torneo segna 12 gol, risultando con Rodrigo Palacio del Boca Juniors il miglior marcatore. Vince il Clausura 2005, concludendo la carriera in Argentina con 22 reti in 75 partite in totale.[7]
Dopo il Clausura 2007 viene acquistato per 20 milioni di euro dal club qatariota Al-Sadd dove segna 4 gol in 6 gare.[8] Il giocatore dichiarerà successivamente che era stata una scelta economica.[9]
Nel gennaio 2008 va in prestito per 6 mesi al Birmingham, dove segna la sua prima rete il 22 marzo 2008 nella partita contro il Reading persa 2–1.[10] Tuttavia il ragazzo ancora non riesce ad inserirsi pienamente, chiudendo con 4 gol in 14 partite che però non serviranno a salvare il club, retrocesso in Championship.[11]
Il 9 luglio 2008 viene ingaggiato ufficialmente dalla Lazio, che batte la concorrenza di molti altri club tra cui il Portsmouth e gli stessi rivali della Roma.[12][13][14] Arriva in prestito oneroso per circa 3 milioni di euro, e la squadra capitolina potrà riscattarlo in tre anni per un totale di circa 17 milioni.[15] Il giocatore, per conto suo, percepisce un ingaggio di circa un milione di euro per un anno, tempo nel quale scadrà il contratto.[15][16]
Dopo aver scelto inizialmente la maglia numero 9, ha cambiato prendendosi la numero 10 lasciata da Roberto Baronio che si trasferì al Brescia.[18][19]
Zárate inizia la stagione segnando molti gol durante le amichevoli presso Auronzo di Cadore.[20] Il suo impatto con il calcio italiano è impressionante: il 31 agosto esordisce con i biancocelesti in Serie A, segnando subito una doppietta contro il Cagliari in una partita vinta 4–1.[21] Segna anche nelle due partite succesive: nella seconda giornata di campionato segna il primo gol nel 2–0 della Lazio sulla Sampdoria, con un sinistro a giro sotto l'incrocio dei pali dalla tre quarti campo,[22] e contro il Milan a San Siro (4–1) l'unico gol della Lazio.[23] Il 28 settembre 2008 segna la sua seconda doppietta in Serie A, nella vittoria per 3–1 contro il Torino.[24] Non si fa attendere molto neanche sui calci di punizione, considerata una sua specialità,[4] quando all'undicesima giornata segna contro il Siena un calcio di punizione all'incrocio dei pali, in una partita terminata poi 3–0.[25]
A seguito dell'infortunio del novembre 2008 di Ruud van Nistelrooy, viene considerato uno dei possibili sostituti dell'attaccante del Real Madrid.[26][27] Il 3 dicembre 2008 segna la sua prima rete in Coppa Italia nell'ottavo di finale contro il Milan, finito 1–2 a vantaggio della squadra capitolina.[28]
Nonostante il suo inizio folgorante, l'attaccante argentino attraversa un periodo di crisi a partire specilamente dalla quindicesima giornata: infatti riuscirà a segnare solamente una rete e a regalare due assist, ma non dà più l'impressione di essere lo stesso di pochi mesi prima.[29] Proprio nel periodo delle maggiori critiche, il ventunenne risponde con la prima doppietta all'Olimpico che varrà la sfida Lazio-Bologna 2-0.[30]
Lionel Messi
Inizia a giocare a calcio all'età di 5 anni nel Grandoli, squadra allenata dal padre. Nel 1995, a 7 anni, passa al Newell's Old Boys[3]. All'età di 11 anni, gli viene diagnosticato una deficienza all'ormone della crescita[4]. Il River Plate mostra interesse nei suoi confronti, ma non ha abbastanza denaro per pagargli le cure necessarie. È quindi il Barcellona, attraverso il suo direttore sportivo Carles Rexach, ad interessarsi al suo talento dopo averlo visto giocare[5] e si rende disponibile per pagare le sue cure, se si fosse trasferito in Spagna[3]. Tutta la sua famiglia si trasferisce così in Europa ed inizia a giocare nelle giovanili blaugrana[5].
Fa il suo esordio non ufficiale con la prima squadra contro il Porto il 16 novembre 2003 e dopo meno di un anno debutta in una gara ufficiale contro l'Espanyol il 16 ottobre 2004, diventando il terzo più giovane giocatore a vestire la maglia del FC Barcelona ed il più giovane a giocare nella Liga (record battuto solo dal compagno Bojan Krkić nel settembre 2007). Quando realizza il suo primo gol in prima squadra contro l'Albacete Balompié il 1° maggio 2005, ha solo 17 anni, 10 mesi e 7 giorni, diventando così il più giovane giocatore ad aver segnato in una gara di campionato per il Barça fino al 2007 quando è ancora Bojan Krkić a superare questo record, realizzando una rete su assist dello stesso Messi[6].
La sua ribalta internazionale risale all'estate 2005 quando, segnando 6 gol in 7 partite, contribuisce alla vittoria della sua nazionale al Mondiale Under 20, venendo eletto miglior giocatore del torneo.
Il 16 settembre, per la seconda volta in tre mesi, il Barcellona annuncia un prolungamento del suo contratto, questa volta con un ingaggio da professionista e la scadenza a giugno 2014[3][7]. Il 25 settembre ottiene la cittadinanza spagnola e finalmente ha la possibilità di debuttare nella Liga, mentre in precedenza gli era spesso impedito dal raggiungimento della quota di extra-comunitari nella squadra titolare. Esordisce in Champions League il 27 settembre contro l'Udinese, club della Serie A italiana[8]. Impressiona da subito con alcuni grandi passaggi ed una relazione quasi telepatica con Ronaldinho che gli fanno guadagnare una standing ovation dai 70,000 del Camp Nou [9]. Nel dicembre dello stesso anno, il quotidiano italiano Tuttosport lo premia con il titolo Golden Boy 2005 come miglior giocatore Under-21 in Europa, davanti a Lukas Podolski, Wayne Rooney e Cristiano Ronaldo[10].
In campionato realizza 6 reti in 17 partite e segna una rete nei 6 match giocati in Champions League. La sua reputazione come giocatore decisivo nei big match viene confermata dalle ottime prestazioni fornite nelle trasferte vittoriose contro Real Madrid e Chelsea, rispettivamente nella Liga ed in Champions League, che sono considerate le sue due gare migliori[5]. La sua stagione finisce però prematuramente il 7 marzo 2006, quando si lacera un muscolo della coscia destra durante il secondo tempo della gara contro il Chelsea[11]. Di contro il Barcellona finisce la stagione come campione di Spagna e d'Europa.
L'infortunio che lo ha bloccato per due mesi alla fine della stagione 2005/06 non gli impedisce di partecipare al Mondiale in Germania ed il 15 maggio viene selezionato dal c.t. José Pekerman.
Le prestazioni spettacolari e le reti messe a segno gli garantiscono di non partire più dalla panchina. Il fallimento nella sostituzione dell'infortunato Samuel Eto'o e la pochezza difensiva dimostrata, spingono il Barcellona a fare sempre di più affidamento sulle sue grandi doti, dimostrate nella stagione precedente, per contrastare Real Madrid nella Liga e Chelsea in Champions League.
Questa però si dimostrerà una cattiva scelta nella corsa ai titoli spagnolo ed europeo. Il 12 novembre, nella gara contro il Real Zaragoza si procura una frattura metatarsale in un tackle, che lo costringe ad uno stop di tre mesi[12][13]. Si trasferisce in Argentina per recuperare dall'infortunio e durante questo periodo si fa largo un interesse dell'Inter[14][15]. Ritorna a giocare l'11 febbraio contro il Racing Santander, entrando come sostituto durante il secondo tempo. Rijkaard gestisce con cura il suo ritorno e gradualmente incrementa i minuti giocati in ogni gara. Un mese dopo il ritorno, il 10 marzo, gioca il suo primo match da titolare dopo l'infortunio ed il Real Madrid è l'avversario. Ancora una volta El Clásico lo vede nella forma migliore, realizzare una tripletta che permette al Barça di pareggiare 3-3 con un uomo in meno, riequilibrando sempre il risultato e segnando l'ultimo gol nel tempo di recupero. Facendo questo diventa il primo giocatore dopo Iván Zamorano (Real Madrid, stagione 1994/95) e dopo Romario (Barcellona, stagione 1993/94) a segnare una tripletta ne El Clásico spagnolo. Diventa anche il giocatore più giovane ad aver segnato in questa particolare gara. Segna anche l'inizio del periodo di forma migliore, in cui trova la via della rete più facilmente, 11 dei suoi 14 gol nella Liga li segna neglle ultime 13 partite. Nonostante il suo grande stato di forma il Barcellona fallisce nella difesa del titolo ed è il Real Madrid a vincere la Liga, avendo la meglio in una testa a testa da record.
Questa stagione dimostra anche che l'appellativo di "Nuovo Maradona" non è un'esagerazione e addirittura replica i due più famosi gol del connazionale nel giro di una stagione[16]. Il 18 aprile 2007 segna due gol durante la semifinale di Coppa del Re contro il Getafe CF, uno dei quali molto simile a quello realizzato da Maradona contro l'Inghilterra ai Mondiali del 1986 in Messico, conosciuto come il Gol del secolo[17]. La stampa mondiale esplode di paragoni con Maradona e la stampa spagnola lo appella come “Messidona”. Ha iniziato l'azione dalla stessa distanza, 62 metri, superato lo stesso numero di giocatori, sei incluso il portiere, segnato da una posizione molto simile, e corso verso la bandierina del calcio d'angolo così come Maradona fece in Messico 21 anni prima. In una conferenza stampa il compagno Deco afferma: “Non c'è nessuna altro come Leo.”[18]. Più tardi, il 9 giugno, in un derby cruciale nella Liga contro l'Espanyol, segna un gol con la mano, creando ancora più comparazioni con la mano de Dios di Maradona.
La rete, come quella del Pibe de oro, è stata convalidata tra le proteste degli avversari, il che ha suscitato molte polemiche verso il direttore di gara e nei suoi confronti, ricevendo accuse di antisportività. Alla domanda se avesse toccato il pallone con la mano, ha dichiarato che «non importa come abbia segnato il gol»[19]. Ha aggiunto che «è stato un gol come un altro» e che «sono giocate che in una partita possono arrivare. È stato un gol come altri, quindi da festeggiare con allegria»[20].
La stagione 2006/07 lo conferma come uno dei migliori giocatori al mondo, vince il Trofeo Bravo del Guerin Sportivo come miglior calciatore europeo sotto i 21 anni, arriva terzo al Pallone d'oro 2007 vinto da Kaká e secondo al FIFA World Player of the Year.
Segnando 5 gol in una settimana trascina il Barcellona nelle prime quattro della Liga. Il 22 settembre firma una doppietta contro il Sevilla FC, gol dedicati a Ronaldinho, infortunato e sotto il fuoco dei media. Pochi giorni prima aveva segnato nella vittoria 3-0 sul Lione in Champions ed il 26 settembre realizza un'altra rete nella vittoria 4-1 sul Real Zaragoza.
Viene nominato nel FIFPro World XI come attaccante ed un sondaggio condotto dalla versione on-line del quotidiano spagnolo Marca lo vuole miglior giocatore al mondo con il 77% dei voti[21]. In seguito, anche altri quotidiani di Barcelona come El Mundo Deportivo e Sport iniziano a proporlo come prossimo Pallone d'Oro, osservazione fatta anche da leggende del calcio mondiale come Franz Beckenbauer e Johan Cruyff[22][23]. Diverse personalità del calcio, come Ronaldinho, Samuel Eto'o, Frank Rijkaard, Víctor Fernández, Bernd Schuster, Guti, Raul, Gianluca Zambrotta, Francesco Totti, Antonio Cassano, Diego Maradona e Pelé hanno tutti dichiarato che lo considerano come il miglior calciatore al mondo[24][25].
Il 27 febbraio gioca la sua 100esima gara ufficiale con il Barcellona.
Il 4 marzo si procura una lacerazione al muscolo della coscia sinistra durante la gara di Champions contro il Celtic Glasgow, che lo terrà fermo per sei settimane. Abbandona il campo di gioco al 35esimo minuto con le lacrime agli occhi. Questa è la quarta volta in tre stagioni che subisce un infortunio del genere[26].
Nell'estate del 2008, dato l'abbandono della squadra da parte di Ronaldinho, riceve la maglia numero 10.
Il 1 dicembre, a Barcellona, gli viene assegnato il "Premio Protagonista del Deporte", come sportivo e come esempio di soliedarietà con i problemi umanitari. Il 2 dicembre, a Parigi, la rivista France Football assegna il Pallone d'oro 2008: Messi si piazza al secondo posto (con 281 voti) alle spalle del vincitore Cristiano Ronaldo (446 voti).
Viene inserito, insieme ai compagni di squadra Puyol e Xavi nella squadra migliore dell'anno con il premio FIFPro World XI.
Nel mese di gennaio è secondo nella classifica del FIFA World Player 2008, vinto da Cristiano Ronaldo, e nella Top 11 del 2008 scelta dopo un sondaggio su Fifa.com.
Il 1 febbraio ha segnato il gol numero 5.000 in campionato nella storia dell'FC Barcelona in occasione del successo in rimonta per 2-1 sul Real Racing Club arrivato grazie alla doppietta dell'argentino entrato in campo nel secondo tempo.
Con la rappresentativa Under-20 si impone a livello internazionale nell'estate 2005 quando, segnando 6 gol in 7 partite, contribuisce alla vittoria della sua nazionale al Mondiale Under 20 in Olanda, venendo eletto miglior giocatore del torneo (Adidas Gold Ball) e ottenendo il titolo di capocannoniere (Adidas Golden Shoe).
Il 4 agosto 2005 José Pekerman lo convoca nella Nazionale maggiore e debutta il 17 agosto contro l'Ungheria, ma si rivela un'occasione da dimenticare. Entrato al 63esimo minuto, viene espulso dopo solo 40 secondi, in quanto l'arbitro della gara, il tedesco Markus Merk, lo punisce per una gomitata rifilata al difensore Vilmos Vanczák, che si era aggrappato alla sua maglia, e lascia il campo in lacrime.
Il mese successivo, il 3 settembre, disputa la sua prima "vera" gara internazionale nella sconfitta dell'Argentina in Paraguay nelle qualificazioni al Campionato mondiale di calcio 2006. Riguardo alla gara afferma: "Questo è un ri-debutto. Il primo era un po' corto."[27].
L'infortunio che lo ha fermato per due mesi al termine della stagione 2005/06 mette in pericolo la partecipazione al Campionato mondiale di calcio in Germania. Nonostante questo viene convocato nella squadra argentina il 15 maggio e riesce anche a disputare qualche minuto della gara amichevole disputata dalla Argentina Under-20 contro l'Angola[28][29].
Rimane a guardare la gara di apertura dell'Argentina contro la Costa d'Avorio dalla panchina, ma nella gara successiva contro la Serbia, diventa il più giovane giocatore a rappresentare l'Argentina ad una Coppa del Mondo, entrando al 74esimo minuto per Maxi Rodríguez. Dopo pochi minuti fornisce a Hernan Crespo l'assist vincente e sigla anche il gol finale della vittoria 6-0, che lo rende il più giovane marcatore della competizione del 2006 ed il quinto in assoluto della Coppa del Mondo[30]. Parte da titolare nel successivo pareggio 0-0 contro l'Olanda[31].
Nella seguente gara contro il Messico entra solo al 84esimo minuto, sul punteggio di 1-1. Realizza un gol, annullato per dubbio fuorigioco[32][33] e l'Argentina ha bisogno dei tempi supplementari per vincere. Durante la gara dei quarti di finale contro la Germania si siede in panchina e l'Argentina perde ai rigori[34].
Quando la Copa inizia lui è il più giovane giocatore del torneo. Gioca la sua prima gara il 29 giugno quando l'Argentina sconfigge gli Stati Uniti 4-1 nella gara di esordio. Dimostra le sue capacità di playmaker, crea la palla gol per Hernan Crespo e conclude numerose volte a rete. Viene sostituito da Carlos Tévez al 79'.
La sua seconda gara è contro la Colombia, dove si guadagna un rigore che Crespo realizza, pareggiando 1-1. Partecipa anche al terzo gol argentino, subendo un fallo che Juan Roman Riquelme trasforma in gol. Il punteggio finale sarà 4-2 a favore dell'Argentina che si guadagna così un posto nei quarti di finale.
Nella terza gara, contro il Paraguay, il c.t. lo lascia in panchina, avendo già raggiunto la qualificazione. Entra solo al 64esimo minuto al posto di Esteban Cambiasso sullo 0-0 ed al 79esimo crea un gol per Javier Mascherano. Nei quarti l'Argentina affronta il Perù e lui realizza il secondo dei quattro gol che permettono all'Albiceleste di arrivare in semifinale.
Contro il Messico insacca un pallonetto alle spalle del portiere messicano Oswaldo Sanchez, rimasto lontano dalla linea di porta, e realizza da una posizione impossibile il gol del 2-0. La gara finisce 3-0 per gli argentini e si guadagna così un posto nella finale contro il Brasile, che l'Argentina perde però 3-0.
Il 19 luglio 2003 lo acquistò il Barcellona per 21 milioni di sterline,[14] dopo trattative molto laboriose. Inizialmente non era un obiettivo del Barcellona, che decise di acquistarlo solo dopo che il Real Madrid aveva soffiato al club blaugrana David Beckham. Il notevole investimento del club catalano si è comunque rivelato più che positivo. Nella sua prima stagione in Spagna il brasiliano realizzò 19 reti, contribuendo alla rimonta della squadra fino al secondo posto nella Liga.
Nel 2004 fu eletto FIFA World Player, riconoscimento assegnato dalla FIFA al miglior calciatore del mondo secondo i voti dei commissari tecnici e dei capitani delle Nazionali di calcio iscritte alla Federazione calcistica mondiale. In Champions League segnò gol molto spettacolari, fra cui uno all'ultimo minuto di Barcellona-Milan 2-1 nella fase a gironi e un altro nella gara ritorno degli ottavi di finale Chelsea-Barcellona 4-2 (suo anche il secondo gol dei blaugrana su rigore), punteggio che, tuttavia, estromise la squadra catalana dalla competizione. A fine stagione vinse il suo primo campionato spagnolo con il Barcellona.
Il 25 febbraio 2005 è diventato padre di Joao, partorito da una modella brasiliana. Il giocatore ha riconosciuto il bambino, che è allevato dalla madre in Brasile.[8]
Nella stagione 2005-2006 si rese nuovamente autore di giocate d'alta classe e prestazioni di altissimo livello, su cui spicca quella di Madrid contro il Real nella vittoria del Barcellona per 3-0 sugli storici rivali. Nell'occasione il fuoriclasse brasiliano percorse metà del campo palla al piede, superando in dribbling tre avversari e depositando poi il pallone in rete con un morbido tocco. A fine partita, quando il "Gaucho" venne sostituito, tutti gli spettatori del Santiago Bernabéu si alzarono per appaludirlo.[senza fonte] A novembre la giuria di France Football lo nominò Pallone d'oro 2005, mentre la FIFA gli assegnò il FIFA World Player per il secondo anno consecutivo. I premi suggellarono a una stagione ricca di trofei: un'altra Liga spagnola e la Champions League nella finale di Parigi contro l'Arsenal. Fu poi nominato miglior giocatore della Campions League 2005-2006.
La stagione 2006-2007 si è rivelata avara di soddisfazioni per il Barcellona e per Ronaldinho. Il 25 novembre 2006 segnò il suo 50° gol in campionato contro il Villarreal al Camp Nou di Barcellona. Nella stessa partita realizzò un altro gol in rovesciata dopo aver controllato il pallone con il petto. Più tardi dichiarò che fin da bambino sognava di fare un gol così.[15] Nel novembre 2006 si classificò al quarto posto nella graduatoria del Pallone d'oro e un mese più tardi è giunto terzo nella classifica del FIFA World Player. Il 14 dicembre 2006 Ronaldinho condusse il Barça alla vittoria contro i messicani dell'América (4-0) nella semifinale della Coppa del Mondo per club 2006 a Yokohama segnado un gol e propiziandone altri due,[16], ma poi il Barcellona fu sconfitto in finale dall'Internacional.
Il 3 febbraio 2008 Ronaldinho ha disputato la 200a partita con il Barcellona al Camp Nou contro l'Osasuna. La stagione 2007-2008, però, è stata segnata da diversi infortuni, l'ultimo dei quali, subito in allenamento il 3 aprile 2008 all'adduttore della gamba sinistra, lo ha costretto a uno stop di 6 settimane e a chiudere quindi anticipatamente la stagione.[17]
Ronaldinho è stato acquistato dal Milan il 15 luglio 2008.[18][19] Al Barcellona sono andati 21 milioni di euro più altri 4 di bonus nel caso i rossoneri raggiungano la qualificazione alla Champions League nei prossimi anni.[20] Il brasiliano il 17 luglio, giorno della presentazione, ha firmato il contratto che lo lega alla società rossonera fino al 30 giugno 2011, per uno stipendio di 6,5 milioni di euro netti l'anno[21] davanti ai giornalisti e in diretta televisiva.[22] La stessa sera è stato presentato a San Siro, dove lo hanno accolto 40.000 tifosi.[23] Essendo il numero 10 già assegnato a Clarence Seedorf, ha scelto di vestire la maglia numero 80, suo anno di nascita.[24]
Ha esordito in partite ufficiali con la maglia rossonera il 31 agosto 2008 in Milan-Bologna 1-2, prima giornata del campionato 2008-2009, mentre ha segnato il primo gol il 28 settembre 2008 nel derby contro l'Inter vinto dal Milan per 1-0 grazie proprio a un suo colpo di testa su assist del connazionale Kaká.[25] Il 19 ottobre 2008 ha realizzato la prima doppietta in maglia rossonera contro la Sampdoria, segnando su calcio di rigore il primo gol e su assist di Kaká il secondo. Ha segnato la prima rete in Coppa UEFA con la maglia del Milan il 6 novembre 2008 al 93° minuto di Milan-Braga con un potente tiro da fuori area che si è infilato sotto l'incrocio dei pali, regalando la vittoria per 1-0 ai rossoneri.[26]
Ronaldinho è uno dei pochi giocatori ad aver giocato per tutte le diverse selezioni del Brasile, essendo sceso in campo con l'Under-15, l'Under-17, l'Under-20, l'Under-23 e la Nazionale maggiore.
Ronaldinho ha disputato la prima partita con le selezioni brasiliane il 7 marzo 1995 nella partita con la Nazionale Under-15 contro la Scozia, persa per 1-0.
Fece poi parte della prima selezione Under-17 brasiliana a vincere il Mondiale Under-17 nel 1997 in Egitto. Sulla sua maglia compariva ancora il nome Ronaldo.[8] In quella manifestazione realizzò il suo primo gol, su rigore contro l'Austria (7-0) nel girone eliminatorio. Nei quarti di finale il Brasile sconfisse l'Argentina e Ronaldinho fu eletto "uomo-partita". In semifinale contro la Germania realizzò un altro rigore per il definitivo 4-0, prima di vincere la competizione in finale contro i campioni uscenti del Ghana (2-1). Ronaldinho rientrò tra i giocatori scelti come migliori del torneo e vinse il Pallone d'argento.
Ha anche partecipato al Mondiale Under-20 1999 in Nigeria, dove il Brasile, che partiva come favorito, fu eliminato dall'Uruguay nei quarti di finale. Ronaldinho realizzo un gol contro lo Zambia (5-1) e due negli ottavi di finale contro la Croazia (4-0).
Nel 2000 ha partecipato alle Olimpiadi di Sydney, giocando 4 partite e segnando un gol, nei quarti di finale contro il Camerun, non sufficiente, tuttavia, per evitare l'eliminazione dei brasiliani da parte degli africani (1-2 dopo i tempi supplementari).
Il 7 luglio 2008 è stato convocato da Dunga per le Olimpiadi di Pechino 2008 come fuoriquota.[27] Durante il torneo olimpico ha disputato 6 partite realizzando 2 gol (di cui una su rigore) contro la Nuova Zelanda, indossando la fascia di capitano. Alla fine del torneo ha vinto la medaglia di bronzo, dopo aver perso la semifinale contro l'Argentina per 3-0 e battuto il Belgio, nella finale per il 3°-4° posto, col medesimo punteggio.
Ronaldinho ha debuttato in Nazionale maggiore il 26 giugno 1999 contro la Lettonia, partita vinta 3-0. Nello stesso anno ha vinto la Coppa America, presentando come biglietto da visita un gol stupefacente contro il Venezuela, ed è stato finalista della Confederations Cup 1999, vincendone la classifica del cannonieri e venendo eletto miglior giocatore del torneo.
Successivamente ha contribuito alla qualificazione di misura della sua Nazionale per la fase finale del Mondiale 2002. Il torneo in Asia è stato molto positivo sotto il profilo personale e di squadra. Ronaldinho è andato in gol contro la Cina e ha messo a segno la rete della vittoria contro l'Inghilterra nei quarti di finale, con un calcio di punizione da circa 35 metri e sfruttando una grave disattenzione del portiere avversario David Seaman. Il giovane talento è annoverato tra i maggiori protagonisti della conquista del quinto titolo mondiale da parte del Brasile.
Come le altre stelle della Nazionale, non è stato impiegato nella Coppa America 2004, ma è puntualmente figurato tra i protagonisti della vittoria dei verde-oro nella Confederations Cup 2005, in cui il Brasile ha sconfitto l'Argentina in finale per 4-1.
Nell'estate 2006 Ronaldinho era la stella più attesa ai Mondiali di Germania, dove il Brasile veniva indicato quasi unanimemente come il favorito per la vittoria della Coppa del mondo: ma è stata parecchio deludente la sua prestazione tanto da mancargli il gol. Il Brasile verrà eliminato dalla Francia ai quarti di finale per 1-0.
Il 24 marzo 2007 Ronaldinho ha disputato la prima partita da titolare nel Brasile dal settembre 2006 e ha segnato 2 reti contro il Cile, mettendo fine a un digiuno in Nazionale durato quasi 2 anni.[28]
Nel giugno 2007 ha chiesto al CT Dunga di non convocarlo per la Coppa America 2007 come avvenuto per Kaká, affermando di non godere di ottima forma fisica.
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