Eric Cantona : Il poeta maledetto del Football
La carriera calcistica di Eric Cantona, ci ha regalato moltissimi colpi di scena degni di un gran bel film. L'attaccante nato a Marsiglia il 24 maggio del 1966, è stato uno dei migliori giocatori che abbiano mai calcato i campi di calcio internazionale durante l'epopea degli anni novanta. Egli, cresce calcisticamente nell'Auxerre, squadra allora allenata dal leggendario Guy Roux, che lo fece esordire nella Ligue 1 francese a soli diciassette anni. Da quel momento li, si capisce pienamente che Eric Cantona ha ottimi numeri ed è un predestinato. Il carattere però, non è di certo dei migliori e gli creerà non pochi problemi nell'arco della sua carriera. Quando non venne convocato dalla sua nazionale per un importante trasferta da giocare in Cecoslovacchia, insultò attraverso il mezzo televisivo il suo commissario tecnico.
Nel suo periodo all' Olympique Marsiglia litigò ferocemente con Bernard Tapie, dal Bordeaux andò via dopo soli quattro mesi, mentre nel suo periodo trascorso al Montpellier menò ad un suo compagno di squadra. A Nimes diede il meglio di se, picchiando in una partita di campionato un arbitro, solamente perchè lo aveva ammonito. La federazione francese, gli inflisse due mesi di squalifica e lo etichettò giustamente come un cattivo esempio per i giovani. Eric, dopo quel triste episodio decise di ritirarsi dal calcio giocato, dedicandosi all'arte e in maggior modo alla pittura. Di li a poco, il destino gli busserà alla porta, per convincerlo a ritornare a giocare. Il destino, si chiamava Michel Platini, all'epoca CT della nazionale francese.“Le Roi”, gli consiglia di tentare l'avventura nel calcio inglese, certamente più consono al suo temperamento molto sanguigno. Ad acquistarlo ci pensa il Leeds nell'annata 1991/92, superando in extremis l'agguerrita concorrenza dello Sheffield Yednesday, che per bocca di Trevor Francis, gli chiese due settimane di prova in più. Con i bianchi resta solamente una stagione, che si rivelerà però assolutamente intensa. Grazie soprattutto ai suoi goal infatti, lo straordinario pubblico della squadra di Helland Road, festeggiò un titolo atteso da ben diciotto lunghi anni. Con la maglia del Leeds, resta inoltre memorabile, la tripletta che rifilò nel 4-3 inflitto al Liverpool in Charity Shield. Dopodiché, decise di voltare pagina, per disputare l'intera stagione 1992/93 nel file di un Manchester Utd, che inseguiva la vittoria in campionato addirittura da ventisei lunghe primavere. Nei Red Devils, vi rimarrà per cinque stagioni, vincendo quattro campionati Quello del 1994 /95, conquistato dal sorprendente Blackburn Rovers di Alan Shearer, non lo vide protagonista per via di una dura squalifica di otto mesi.
Sanzione, che Eric rimediò per una mossa di karate rifilata ad un tifoso del Crystal Palace, che lo stava insultando pesantemente dagli spalti. Il suo rientro in campo all' Old Trafford fu da brividi e lo vide protagonista sul rettangolo di gioco come ai bei tempi. Il Liverpool, venne sconfitto solo ed esclusivamente grazie a lui, che oltre a segnare un goal, fornì anche un preziosissimo assist per un compagno. I tifosi dei Manchester Utd, lo hanno eletto come giocatore dei Red Devils più forte di tutti i tempi. Cantona, in questa speciale classifica è riuscito a precedere anche una leggenda come il nord – irlandese George Best. Giocatore, ucciso da una vita sregolata, da cui il francese ereditò a distanza di moltissimi anni, la leggendaria maglia numero sette dei “Diavoli Rossi”. Eric Cantona, decise di ritirarsi dal calcio giocato nel 1997 a soli trentuno anni, lasciando di stucco tutto il popolo dell' Old Trafford, che non si sarebbe mai aspettato una decisione del genere.
Quella volta però, il destino non bussò alla porta e The King si ritirò veramente. Forse, se il destino avesse bussato di nuovo, due anni dopo sarebbe potuto essere Campione d'Europa con il “suo” Manchester Utd in quel di Barcellona, ed avrebbe potuto ipoteticamente anche vincere il Mondiale con la Francia nel 1998. Con la sua patria, come detto non ebbe un rapporto facile, tanto da non essere convocato per forti dissidi con compagni e tecnico per gli Europei del 96. Competizione, che Cantona avrebbe giocato tra virgolette in casa, visto che in un intervista rilasciata molti anni più tardi ai microfoni di Sky, dichiarò in maniera assolutamente sincera di sentirsi molto più inglese che francese. Come dicevi tu stesso, con il colletto alzato in un noto spot televisivo, non mi resta che dirti : “Au Revoir Eric Cantona, straordinario calciatore e mitico poeta maledetto del Football”.